Antonio e Francesco Berritta, padre e figlio, gestiscono l’azienda di famiglia: 11 ettari di vigne in loro proprietà da molte generazioni. La loro cantina si trova su un altopiano a circa 200 metri di altitudine e a pochi chilometri dalla costa orientale della Sardegna. Già la sola vista dei vigneti è sbalorditiva, unici nel loro genere in mezzo a un paesaggio impervio. Uno sguardo più attento rivela che il Cannonau e i pochi ceppi del bianco Panzale (una vera rarità) sono di un'età quasi biblica! Le viti sono perfettamente curate e solo ogni tanto si intravedono alcune più giovani, laddove un'altra ha ceduto a causa della vecchiaia. L'età media in alcuni appezzamenti è probabilmente intorno ai 70, 80 anni. Da questi 11 ettari i Berritta ne ricavano una produzione estremamente ridotta di solo 20.000 bottiglie.
L'Azienda è attualmente in fase di conversione biologica, un processo che richiederà complessivamente cinque anni fino all’ottenimento della certificazione. Il clima secco e caldo della Sardegna, con le sue colline ben ventilate, è un presupposto buono per l’agricoltura biologica, ma ciò non è scontato: in pochi sull’isola osano raccogliere la sfida del biologico.

In passato le uve dell'Azienda Berritta venivano consegnate ad una cooperativa che le assemblava ad altre provenienti da siti meno vocati e anche da piante molto meno curate. Il vino che se ne otteneva era piuttosto insignificante. Antonio Berritta ha dato una netta sterzata al percorso intrapreso, decidendo di occuparsi personalmente del destino delle uve aziendali. Ha dunque allestito una piccola e semplice cantina e ha imbottigliato il suo primo vino. Quando inizialmente non riusciva a venderlo tutto, diceva: "Me lo bevo io!". L'Azienda Berritta è un esempio brillante di come non sia necessaria un'enologia raffinata per produrre un vino eccellente: se le viti crescono in un luogo adatto, se sono curate in modo intelligente e se c'è ordine in cantina, i risultati possono essere sorprendenti.