L'arrivo dell'estate in Toscana
Vivete già ora la sensazione incomparabile dell’estate in Toscana – una regione che incanta con la sua atmosfera speziata, floreale e intensa come poche altre. Immergetevi nella gioia di vivere e gustate il calore di sole e la leggerezza che rende la Toscana così unica.Di fronte alla storica cittadina di San Gimignano, su una collina tranquilla lontana dal traffico con una vista panoramica mozzafiato, si trova la Mormoraia di Franca e Giuseppe Passoni. Entrati nel mondo del vino da percorsi diversi, i due hanno trasformato la fattoria in rovina e l’ex monastero in un’azienda vinicola fiorente – con una produzione di vino biologico certificato e un agriturismo noto per l’eccellente cucina e gli splendidi alloggi. Il vitigno Vernaccia si trova particolarmente a suo agio nel terreno tufaceo, coccolato dal sole intenso e dal vento rinfrescante. Nella moderna cantina si garantisce una lavorazione delicata e ottimale dell’uva – il risultato sono vini bianchi vivaci e di carattere, con l’aromaticità leggermente speziata tipica del vitigno. Il Vernaccia Suavis colpisce per la sua freschezza straordinaria, eleganza cristallina e purezza, e stimola l’appetito grazie alla sua acidità vivace.
L’Azienda Terenzi è nata solo da pochi anni – fondata nel 2001 da una famiglia che si è trasferita da Bologna a Scansano con una chiara vocazione: produrre vino di alta qualità. Con passione e una professionalità ormai consolidata, i tre giovani fratelli Francesca, Balbino e Federico Terenzi hanno raggiunto un livello qualitativo che regge tranquillamente il confronto con i migliori. La tenuta di nuova costruzione a Montedonico, vicino a Scansano, si estende su 50 ettari e ha al centro una cantina moderna e curata nei minimi dettagli. Il vitigno Vermentino – diffuso anche in Sardegna, in Spagna e nel sud della Francia (dove è conosciuto come Rolle) – si è adattato perfettamente alle condizioni climatiche della Maremma toscana. Grazie alla sua maturazione tardiva, mantiene una naturale vivacità che conferisce al vino freschezza e tensione. Il vignaiolo ed enologo Balbino Terenzi sa esaltare magistralmente questa freschezza e speziatura tipiche, presentando un vino bianco che più toscano di così non si può.
La cantina di Giovanni Manetti, costruita nello stile classico toscano con accenti moderni, rappresenta la perfezione architettonica ed enologica. Materiali pregiati, armonia estetica e un progetto ben studiato caratterizzano l’edificio – tutto al servizio di una vinificazione delicata e precisa. L’intero processo produttivo segue il principio della gravità: l’uva entra dall’alto dell’edificio, fermenta un piano più in basso in vasche a temperatura controllata e matura infine in barriques situate in una cantina interrata – tranquilla, fresca e protetta dalla luce. Le uve biologiche destinate al Chianti Classico provengono da diverse parcelle, con un’attenzione assoluta alla qualità. Le rese estremamente basse, di massimo 4 dl/m², garantiscono uve ricche di estratti. La fermentazione spontanea senza lieviti selezionati e l’affinamento di dodici mesi in barrique di rovere di Allier e Tronçais esaltano il carattere unico di un vino straordinario, che supera ampiamente le aspettative tipiche di un Chianti Classico. Il Sangiovese si mostra nella sua forma più splendente: con aromi maturi di frutti di bosco e una sottile nota affumicata. Al palato sprigiona opulenza, vivacità e una rotondità affascinante – un vino che lascia il segno.
Paolo Panerai è uno dei più importanti protagonisti del Sangiovese e anche un pioniere della viticoltura sostenibile in Toscana. Nel suo Podere Castellare, da decenni si seguono rigorosamente i principi dell’agricoltura biologica. Tra i pochi produttori, Panerai continua a utilizzare il Cannaiolo in piccole quantità – per rispetto della tradizione e nella convinzione che siano proprio questi piccoli dettagli a esaltare l’unicità di un vino. Pochi Chianti Classico esprimono tanta calda tipicità toscana e speziatura quanto i vini di Castellare. La Riserva colpisce per la sua buona concentrazione e l’aroma intenso che ricorda frutti di bosco essiccati, ciliegie nere e una delicata nota affumicata. Al palato si presenta vivace, ben equilibrata – un vino di notevole personalità.
Tra Firenze e Pisa, immerso in un paesaggio incontaminato fatto di dolci colline, si trova il pittoresco Borgo Ghizzano con il suo imponente Castello, di proprietà della famiglia di Ginevra Venerosi Pesciolini dal 1370. Oltre a una vasta azienda agricola, la tenuta comprende anche 16 ettari di vigneti, che prosperano magnificamente in questo clima particolarmente mite. In passato, qui si produceva un Chianti Colline Pisane venduto sfuso. Oggi, la piccola cantina è considerata parte dell’élite toscana, in particolare grazie ai due vini di punta: Veneroso e Nambrot. Immancabile nella gamma è l’ultima creazione di Ginevra: Il Ghizzano – un assemblaggio invitante e accessibile di Sangiovese e Merlot, in proporzioni variabili a seconda dell’annata, ma sempre piacevolissimo da bere. Il Ghizzano colpisce per il suo bouquet intenso, speziato e fruttato, con note di ciliegia nera ed eucalipto. Al palato si presenta potente e ricco, con un tocco legnoso fine e di origine esotica. Il finale è vellutato, pieno ed equilibrato – un vino dal carattere e dal fascino distintivi.
Solo di recente Fabio Motta, che fino ad allora vinificava la sua uva nella cantina del suocero, ha inaugurato la propria azienda vinicola. Tutto è piccolo, curato e orientato a ottenere la massima qualità da uve coltivate con grande attenzione. Il suo Bolgheri classico è un vincitore simpatico – peccato che ci siano solo 10.000 bottiglie! Le uve vengono raccolte e fermentate separatamente per varietà – come tutti i vini di Fabio Motta, con lieviti spontanei. Dopo la fermentazione, i tre vini giovani passano in barrique di secondo passaggio, dove avviene la fermentazione malolattica. Solo nella primavera successiva alla vendemmia i vini vengono assemblati, e la cuvée così ottenuta matura per un altro anno in botti di legno. L’imbottigliamento avviene senza filtrazione né chiarifica, per preservare al massimo la sostanza del vino. Nasce così un vino dalla personalità autentica e dall’intensa forza espressiva
Nel vigneto Potenti, l’Azienda Petra ha piantato – così come negli altri cru Quercegobbe (Merlot), Alto (Sangiovese) e Campo al Fico (Syrah) – un unico vitigno: il Cabernet Sauvignon. Petra dispone così delle varietà più importanti che oggi svolgono un ruolo di primo piano nella Maremma toscana moderna – ciascuna coltivata in un singolo vigneto. L’idea alla base è che i vini monovarietali esprimano il carattere del terroir in modo più chiaro rispetto agli assemblaggi, la cui composizione varia di anno in anno. Tutti i vini dell’Azienda a Suvereto si distinguono per una straordinaria opulenza – frutto di un clima assolutamente privilegiato – e per la linearità stilistica che riflette la maestria nella lavorazione delle uve e del vino. Il Cabernet Sauvignon Potenti colpisce per l’intensità del suo profilo aromatico, con note ricche, speziate e grintose che ricordano la frutta a nocciolo in conserva. Al palato è potente e strutturato, ma ben equilibrato – un vino di carattere e presenza.
Come il suo fratello maggiore, il Brunello di Montalcino, anche il più leggero Rosso di Montalcino è ottenuto da uve Brunello. La differenza sta nell’età delle viti, nella posizione dei vigneti e viene ulteriormente evidenziata da una selezione attenta delle uve. Mentre il Brunello è potente e dotato di una solida struttura tannica che gli conferisce un’elevata capacità di invecchiamento, richiede anche un lungo periodo di affinamento prima di poter essere bevuto. Il Rosso, invece, è più leggero, più accessibile e già estremamente affascinante in gioventù. La vinificazione più breve serve a contenere il tenore di tannini e a rendere il vino godibile prima. Il Poggione è una delle cantine più storiche di Montalcino; i vini di questa azienda sono da decenni tra i più raffinati della regione.
La cantina di Giacinto Lombardo si trova nell’ex convento che sovrasta il borgo di Gracciano di Montepulciano. Qui il suo Vino Nobile di Montepulciano matura in grandi botti nuove in rovere slavo. Giacinto rinuncia volutamente all’uso delle barrique, molto presenti in molte cantine: il ben maturo Prugnolo gentile (un clone del Sangiovese risalente al XVII secolo, che ha conferito al Vino di Montepulciano il titolo di "Nobile") porta naturalmente abbastanza tannino e una ricca aromaticità per creare un vino autentico che impressiona per la sua originalità. Lombardo utilizza esclusivamente il Sangiovese – Prugnolo gentile per il suo Vino Nobile e rinuncia consapevolmente alle varietà più comuni come il Mammolo e il Canaiolo, per ottenere maggiore chiarezza ed espressione raffinata.